La pesca sportiva e ricreativa, definizioni e regole
Quando parliamo di pesca entriamo in un universo davvero sconfinato. Ci sono distinzioni da fare sul tipo di pesca e non solo sulle tecniche. In questo sito ci occupiamo, in particolare, di pesca sportiva e ricreativa. Secondo quanto riportato dal sito ufficiale della Guardia Costiera italiana per pesca sportiva/ricreativa si intende l’attività esercitata esclusivamente a scopo ricreativo e/o agonistico che sfrutta le risorse acquatiche viventi e ne vieta, sotto qualsiasi forma, la vendita del prodotto pescato.
Nel dettaglio, il regolamento CE 302/2009 specifica: “La pesca sportiva: è una pesca non commerciale praticata da soggetti appartenenti a un’organizzazione sportiva nazionale o in possesso di una licenza sportiva nazionale;
La pesca ricreativa: è una pesca non commerciale praticata da soggetti non appartenenti ad un’organizzazione sportiva nazionale o che non sono in possesso di una licenza sportiva nazionale”.
La pesca sportiva, a sua volta, può essere suddivisa in pesca da terra, pesca subacquea e pesca da unità da diporto. Si tratta di differenze comprensibili: la pesca da terra è quella che si pratica rimanendo sulla terra, quella subacquea si pratica immergendosi con apposite strumentazioni, mentre quella da diporto viene praticata da un’imbarcazione.
La legislazione italiana si occupa della pesca sportiva e ricreativa nel Decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) del 6 dicembre 2010. Nel provvedimento si dettaglia la rilevazione della consistenza della pesca sportiva e ricreativa in mare attraverso l’adempimento di una comunicazione, eseguita direttamente dagli interessati e finalizzata alla rilevazione numerica degli amanti del mare che praticano questa attività nel tempo libero. Si tratta quindi di un modo che serve anche a monitorare la situazione.